L. J.



Livio era dotato di grande generosa personalità, una cultura smisurata, una memoria prodigiosa; degustatore di biblioteche e poi della sua. Era un uomo che non cedeva a compromessi: nelle sue parole, ben presenti, una straordinaria sincerità, il piacere di raccontare, comunicare. Gli piaceva scherzare, aveva la capacità di entrare in sintonia con i bambini, amava la natura, gli animali, sempre disponibile, allegro (talora malinconico), la voce calda, romana.

Aveva il desiderio, attraverso i suoi libri, articoli, di rivolgersi a tutti, studiosi e semplici curiosi. Ha avuto una vita molto intensa, piena di tenerezza per gli affetti famigliari e per il mondo. Scrittore di "cose romane". Questa è la definizione che Livio amava dare di sè.

Per anni "Fifetto", un gatto del cortile, lo aspettava perchè sapeva che su a casa avrebbe trovato una poltrona con cuscino, mangiare buono e musica bella da ascoltare.

È stato in corrispondenza con i famigliari dei soldati morti in guerra nell'ex Jugoslavia, dove la divisione Perugia alla quale lui apparteneva, era stata decimata (ogni anno, in maggio, si incontrava in Umbria con i suoi amici "sopravvissuti").

Nel 1966 il "Ghiottone" romano (Bramante) era stato selezionato per il "Premio Viareggio". Leonida Repaci gli dimostrava tanta stima e simpatia << ma dove eri nascosto? >>.

Quando scriveva un articolo, stanchissimo o no, doveva fare sempre un sopralluogo per rinverdire le emozioni, le sensazioni, e questo valeva anche per posti a lui molto noti.

Si divertiva e si dispiaceva: pochi mesi prima della scomparsa, in una nuova visita alla Chiesa di Santa Maria della Vittoria, aveva chiesto ad una signora: << Lei sa dov'è la Santa Teresa scolpita dal Bernini? >> La signora non lo sapeva ed era a due metri dalla cappella.

Uomo estremamente generoso, profondamente legato alla città, ha lasciato la sua immensa "Articoloteca" come definiva il suo Archivio. "Articoloteca" che costituisce per Roma un patrimonio prezioso di cronaca e di storia letteraria. Si trova dal 1992 presso la Fondazione Marco Besso(Fondo L.J. collezione Jannattoni), a disposizione di studiosi e non.

I suoi amori: Belli, Trilussa, Michelangelo, Beethoven, Roma, il treno, Bernini, il Lazio, Leonardo Da Vinci.

Alcune frasi in dialetto romanesco

"c'ho 'na passata de cefali ..." (vena buona per scrivere)

"spingo er culo a la penna"

"...me servi a allungà er campanello de la vita"

"i libri so' fiji"

"che me raccoji?" (indirizzato agli stenografi di Paese Sera quando, raramente, dettava l'articolo per telefono (intorno agli anni '80)

"quanno sarò morto s'intrupperanno nei miei libri..."

Amico di Trilussa (poi biografo); frequentazioni e amicizie con Corrado Alvaro, Silvio Negro, Antonio Baldini, Duilio Cambellotti, Salvatore Quasimodo, Ceccarius, Luigi Volpicelli, Urbano Barberini, Augusto Jandolo, Domenico Purificato, Renzo Vespignani, Carlo Pietrangeli, Mario Praz, Enrico Falqui e Gianna Manzini, Mario Luzi, Libero de Libero, Ermanno Pafi, Carlo Belli, Aldo Fabrizi, Elio Filippo Accrocca, Mario Bianchini, Mino Maccari, Alfredo Mezio, Demetrio Bonuglia, Fabrizio Sarazani, Luigi Pallottino, Gigi de Santis, Paolo Premoli, Vittorio Metz, Attalo, Guy Buchalter, Giancarlo Governi, Giorgio Bini, Giulio Sforza, Beppe Madaudo. I suoi libri sono stati recensiti, fra gli altri, da Enrico Falqui, Mario Praz, Massimo Vecchi, Fabrizio Sarazani, Vincenzo Bonassisi, Luigi Veronelli, Elio Filippo Accrocca, G.A. Cibotto, Alberto Bevilacqua, Mario Sanfilippo, Mario Leoni, Luciano Luisi, Piero Spila, Claudio Strinati.

Con passione << ha preso parte a tante battaglie per una Roma più giusta e civile. Volontario incurabile in una guerra sorda da nessuno mai dichiarata ... >>.

<< Superstite rappresentante di "omo romano" crede ancora nell'amicizia, anche se avvolto con qualche asprezza nel pudore dei propri sentimenti >>

<< Che cosa sono i ricordi se non pietre scure per innalzare un rifugio di malinconia? >>

<< ...e ti accorgi allora che la vita non è stata poi del tutto avara. Anche se le pene e i dolori riescono sempre a superare i giorni di felicità. E la mia è stata veramente un'esistenza tutta "romana" >>.

<< Incontro di vita, d'arte, di bellezza >>