Una Roma "affabile e umana"




da intervista di Pietro Milone a L.J. Il Messaggero 18/09/1984
<<...Nord e Sud esistono e noi non siamo proprio civili. Il romano è un primitivo assoluto, con doti splendenti e tanti difetti, che provoca un'enorme simpatia o un'antipatia immediata>>. <<...Le ville e i musei che sono stati la mia università, sono in un abbandono che accora>>.

da intervista di Paolo Boccacci a L.J. la Repubblica 20/02/1988
...Jannattoni indica una lapide sulla facciata di una palazzina stretta (<< Quanto sono belle queste "fettine" con le logge, i balconi! >>) è la casa dove abitò Goethe... << ...quale sarà il futuro del Corso? ..." << Un'insolita miscela di "post-paninari" e "gnomi" della finanza?>>





<< ...Un tempo vivere a Roma significava godere una ruvida, affabile armonia. E il fenomeno beneficiava tutti, romani e non romani, perfino i meno abbienti. Oggi quell'esistenza si riduce invece ad una forma di oltraggiosa, a volte dispettosa confusione, che si attenua e dissolve in parte soltanto verso le ore notturne. Un trapasso repentino di fronte al quale si prova stupore e amarezza. Profonda amarezza... >>
<< ...Proviene da qui, e da tutto il resto, il tiro al bersaglio dei pesanti attributi che, a torto o a ragione, non vengono risparmiati alla città. Positiva o negativa, benevola o malevola, viva o moribonda, candida o lurida. Una Roma senz'altro difficile, a momenti impossibile, ma pur sempre citta-presenza. Una presenza di mai abbandonate speranze, per un presidio di umana fede, di bellezza e di lavoro. Per cui noi, ottimisti e capoccioni, vogliamo continuare a crederci. E a parlarne... >>
<< ...E' un grido d'allarme, questo per Roma che ormai dura da quaranta anni. E non si tratta del solito gridare al lupo. I danni ci sono stati e ce ne saranno ancora. Ciò che preoccupa maggiormente poi, è il continuo calar di tono della città...>>
<< ...E cosi alla splendida Roma della ragione, della "logica" tutta romana, si è venuta pure a sostituire quella dell'assuefazione. Ad aumentare il grigiore, a confondere e a mascherare ancor più le cose. E sicuramente anche per colpa di una precisa permissività, cresciuta a dismisura nel dopoguerra, resa spesso facile all'ombra dei partiti e delle istituzioni, che va messa bene in testa ai mali che affliggono Roma al presente. E' finalmente ora di ristabilire i giusti termini del fattibile, e fissare le invalicabili dimensioni di rispetto della città. Roma piccola o grande, a volte vischiosa, mai astiosa. Tenera sul filo di felici congiunzioni... >>
da Prefazione, Roma intima e sconosciuta, 1990.